##Copyright by "http://sovraesposizione.splinder.com/archive/2005-11", as licensed under Creative Commons BY-NC-SA in Sept/Oct 2010.## i greci, che la sapevano lunga forse perchè i loro giganti erano meno alti dei nostri e quindi più vicini a gea-madre-terra, prevedevano nei loro rituali sociali l'omosessualità dei simposi e delle eterie, la pedofilia dei più anziani verso i più giovani, il cui primo rapporto sessuale era sempre omo-sessuale [ah, scusate se salgo in cattedra, ma omosessuale è un'altra di quelle fantastiche parole mezze greche e mezze latine. la parte greca risiede in omo e non significa uomo, ma uguale: quindi dello stesso sesso. c'è tanta ignoranza in giro, gesù mio...]. penso che l'euro non sia il male di questo secolo, ma che qualcuno ci si è arricchito e qualcunaltro non ha controllato; penso che ogni scelta, posizione e giudizio sia rispettabile, ma anche che ognuno è responsabile delle proprie azioni; credo che la razionalità sia un concetto storicamente determinato e che non siamo tutti intelligenti allo stesso modo; penso che il cambiamento sia un valore, ma che non necessariamente si sia d'accordo con me; penso che i valori siano un precipitato esperienziale collettivo; penso che se scrivo una cosa malinconica non è detto che io lo sia, ma ringrazio chi si è interessato a me; penso che mi piace l'alternarsi delle stagioni, la quiete dell'autunno, l'effervescenza della primavera, il tormento dell'inverno e la spensieratezza dell'estate; penso che m'è venuto un magone a ripensare quando giocavo a nascondino, a pallone per strada, a buzzicarampichino e ad acchiaparellafulmine; penso di essere egoista; penso che la società stia cambiando, ma fatalmente ci accorgeremo di questo cambiamento quando ormai ne sarà in atto un altro; penso che tangentopoli fosse un sistema e, data la condanna storica-politica, si possa anche fare un'amnistia; penso che scattone e ferraro siano colpevoli di un omicidio perfetto e quindi non incriminabili; penso che i fiori siano una cosa meravigliosa e non sono gay; penso che una relazione stabile sia una cosa impegnativa e io non ho tempo nè voglia; penso che mi piacciono i limiti e le zone di confine e il contrasto tra due cose ben definite; penso che l'abitudine sia una cosa terribile, ma presa a piccole dosi anche no; penso che se si potesse viaggiare di più il razzismo non esisterebbe; penso che un bel sorriso sia senza prezzo; penso che non guardo al futuro e neppure al passato; penso che per essere miei amici occorre essere indipendenti e propositivi e che se vuoi parlarmi non ti devi lamentare che io non lo faccio ma farlo tu per primo, come lo farei io se ne avessi l'esigenza; penso che ronaldinho abbia davvero fatto ciò che ha fatto, ma che la particolarità delle riprese non gli rende giustizia; penso che voglio fare molte esperienze diverse per poter poi insegnarle a mio figlio, se mai avrò un figlio; penso che le pippe mentali siano fantastiche, e pure quelle fisiche e non sempre una scopata è meglio; penso che uomo e donna siano due universi paralleli che a tratti si incontrano e l'universo si ferma a guardare; credo nella legge della conservazione dello sporco, per cui per pulire una cosa devi necessariamente sporcarne un'altra. come se lo spazio di un caffè, tra l'altro, fosse davvero sufficente ad espletare anche solo la metà delle cose sopra elencate. e poi si lamentano che magari scende il silenzio, quello imbarazzante che non sai che dire: e per forza, quanto vuoi metterci a bere un caffè? due minuti e sto anche esagerando; poi o passi alla sigaretta e all'ammazzacaffè, oppure devi infarcire di chiacchiera ed ecco che improvvisamente si parla del tempo, dell'aviaria, di bonolis e delle liste del premier. intanto sei lì che sbatti freneticamente tre uova e già potresti parlare di aviaria con riferimenti concreti e non tirarla fuori dopo che qualcuno ha parlato dell'uovo di colombo e tu eri indeciso se colombo fosse il proprietario o quello che s'era sentito male. poi devi aggiungere lo yogurt bianco che l'altra persona [che potremmo definire assistente] potrebbe aver aperto mentre tu sbattevi le uova, rendendosi utile e avendo fatto ben attenzione a che il coperchio non si rompesse lasciando, proprio nel mezzo, quel fastidioso filetto di allumino che, quanto meno, è antiestetico. e che dire dell'invettiva che si potrebbe sollevare nel redarguire l'improvvido assistente che frettolosamente sta per gettare tra i rifuiti il vasetto ormai vuoto dello yogurt suggerendogli, invece, un valido uso alternativo come misurino per i prossimi ingradienti? e allora giù tutto d'un fiato [nella scodella, non in gola!] un misurino d'olio d'oliva e due di zucchero e ora sì che lo senti il manico di legno che inizia a bruciare in mano perchè l'impasto si fa più denso. e allora sviluppiamo le doti di cooperazione impastando a turno e a turno versando i tre misurini di farina per completare il tutto. infine, ci si può anche esercitare con il just in time con uno che imburra la teglia e l'altro che aggiunge l'immancabile lievito panedegliangeli. queste le parole del suo direttore per evitare una più che prevedibile sommossa dei propri lettori, che già nel lontano '96 non perdonarono alla rivista un servizio "liberitno" sui costumi da bagno [non solo venivano proposti modelli in colori che variassero oltre la consueta gamma ammessa da nostro signore mentre scrisse la bibbia nella sua totale lungimiranza, ossia quelli dal grigio al nero passando per il blu, ma addirittura si permettevano di presentare alcuni due pezzi che scoprivano l'ombelico, niente di meno! il burqua ci vuole per questi, ma al cervello!]: